24 feb 2012

"CocaColla chiude. Per una lettera."

il logo "incriminato"
Uno degli argomenti che mi stanno più a cuore riguarda la tutela di tutti quei blog e quei siti dedicati all'arte, alla sua indipendenza, alla promozione degli emergenti e alla ricerca della non banalità in un mondo in cui la commercializzazione di qualsiasi cosa ne soffoca l'afflato concettuale.

Penso, dunque, che chi si adopera per la cultura vada supportato e accompagnato - quando le sfide (e le sfighe) si fanno troppo dure - verso un'altra dimensione che possa, quantomeno, mantenerne il nucleo originale.

È quanto sta chiedendo ai blogger il sito "CocaColla.it",  dedicato ad arte, design e cultura.

Ma che è successo allo staff di CocaColla?
il CocaColla Drink Team
A quanto pare il colosso Coca-Cola non gradisce la somiglianza che accomuna i due marchi, anche se a dirla tutta li distingue bene non solo la grafica, con quella L in più, ma soprattutto il concetto. Come spiega il CocaColla Team:

"L’idea di chiamare il blog CocaColla nasceva da uno dei nostri primissimi brainstorming, quando pensammo di mettere insieme la colla, elemento fondamentale dell’artistica di base, ma anche della streetart, con la Coca-Cola, simbolo della cultura pop, dell’industrializzazione e della pubblicità come strumento fondamentale per sbaragliare la concorrenza. Per noi in questo nome c’era tutto quello che volevamo comunicare: tutte le nostre passioni, tutti gli argomenti che di lì a poco sarebbero diventati i temi del nostro lavoro quotidiano, di ricerca e produzione di contenuti. Un nome facile da ricordare e irriverente che faceva il verso proprio al soft drink più famoso del mondo."


Un'idea interessante, che faceva del prodotto finale l'esatto contrario di quello dal quale s'era tratta ispirazione.
La Coca-Cola Company, però, intercetta il blog, e in un lampo parte con una lettera di diffida, chiedendo al Team CocaColla di "ritirare le pratiche avviate per la registrazione del marchio e la cessione nei loro confronti del nome a dominio www.cocacolla.it." compresi i social ad esso annessi, "pena citazione a giudizio".

Pena citazione a giudizio detto da un gigante come CocaCola a un piccolo puntino come CocaColla, è puro terrorismo: i ragazzi decidono, con il consiglio di un legale, di cambiare completamente il nome del progetto e di obbedire.

Che cosa comporta tutto questo? 
Enormi danni al progetto editoriale: allo staff tocca ricrearsi daccapo, e recuperare in qualche modo tutto ciò che è stato fatto fino a questo momento. Un lavoro enorme, che porterà via tempo prezioso, e costerà molto anche in termini economici (pubblicità ospitata che andrà sospesa, riprogettazione del sito e del logo, modifica degli articoli che contengono il nome "CocaColla" etc.).

Cosa ci chede il CocaColla Drink Team?
Semplicemente di accompagnarlo, come dicevo, in questo processo di trasformazione, perché non si perda lo scopo del progetto, perché sia possibile riprendere da dove si è sospeso.  Perché non venga cancellato il lavoro dedicato all'arte e ai giovani artisti svolto fin'ora.
Non possiamo far nulla per aiutarli a mantenere il nome, ma possiamo aiutarli a mantenere il progetto: facciamo girare la notizia, forwardando il COMUNICATO STAMPA, scaricando il SUPPORT MEDIA KIT, e twittando con hashtag  #supportcocacolla la notizia della chiusura e le info a essa connesse.

E tiriamo un sospiro di sollievo che a qualcun altro, in passato, non è stato chiesto di ritirare le sue opere perché non poteva utilizzare un marchio commerciale.




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