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29 mar 2011

La lunga attesa di Penelope

Penelopeitalia.org, non è un sito qualunque. Ne avevo già parlato dalle pagine del "Gazzettino", per voce di Paola e Vincenzo Lorenzelli, parenti di Riccardo, scomparso l'11 Marzo 2008 da Genova e - ad oggi - non ancora ritrovato. Con loro avevo fatto il punto della situazione, ed eravamo arrivati qui (cito dal mio stesso articolo del 24 Febbraio 2010): “L’associazione sta cercando di fare approvare un’importante proposta di legge che è ferma da tre legislature e che prevede la creazione di un prefetto permanente, al momento sostituito da un Commissario Straordinario, che possa coordinare le istituzioni nella ricerca delle persone scomparse; soprattutto, offre un concreto supporto psicologico, perché le nostre vite di punto in bianco cambiano, rimangono sospese in attesa del ritorno di chi abbiamo perduto. Le famiglie colpite, infatti, subiscono più di tutto la sensazione di abbandono che segue i primi interventi delle forze dell’ordine, il più delle volte i casi vengono trattati come allontanamenti volontari, oppure, dopo le prime indagini, la macchina istituzionale si blocca e diventa difficile fare passi avanti se non occupandosi in forma privata delle indagini”.
Poco più tardi rispetto alla pubblicazione di questo articolo, si era mosso qualcosa che aveva fatto ben sperare non solo la famiglia Lorenzelli, ma tutti coloro che attendono notizie sugli affetti scomparsi. Questo update sull'argomento smentisce però le aspettative, ed è purtroppo amaro. Spiega Paola Lorenzelli:  "Il testo unico fermo da tre legislature che doveva contenere una serie di articoli relativi agli scomparsi (rendere ordinario il commissario straordinario presso il ministero dell'interno, istituire un iter da seguire per la ricerca immediata delle persone scomparse nelle prime ore, rendere attiva la banca dati dei dna, etc.) è stato ridotto a un unico articolo in cui si afferma che i familiari che non sporgono denuncia in tempi brevi verranno puniti con una multa da 500 a 2000 €".  Nessun supporto, quindi, nessun aiuto, ma anzi, un'ulteriore beffa che si aggiunge al dolore di non sapere più che fine ha fatto il proprio caro. "La I^ Commissione ha approvato improvvisamente e in silenzio, con un vero e proprio blitz concordato tra maggioranza e opposizione, senza consultare né i presentatori del testo di legge, né i familiari degli scomparsi, né tantomeno il commissario Straordinario per le persone scomparse, un  testo totalmente nuovo che non accoglie le proposte di legge abrogando e praticamente cancellando la 'NOSTRA' proposta e paventando, con mera propaganda, pretestuosi alti costi finanziari " affermano sul sito di Chi l'ha visto  i portavoce dell' Associazione Penelope. Stando alle ultime dichiarazioni il Senatore Saltamartini, che si occupa della suddetta legge, intende portare avanti la proposta nei termini in cui è stata riformulata: "Il senatore afferma che questo articolo dovrebbe permettere alla legge stessa di essere mandata avanti pur non avendo bollinatura della ragioneria di stato", conclude Paola Lorenzelli, "e che la multa servirebbe a isolare preventivamente le ipotesi di reato in caso di scomparsa, proprio perché in presenza di reato non verrebbe fatta alcuna denuncia, ma si tratta comunque della minoranza dei casi". Il 7 Aprile la Presidentessa Nazionale di Penelope, Elisa Pozza Tasca, sarà in senato per l'audizione: ci auguriamo che venga data voce alle famiglie degli scomparsi e che si prenda atto concreto di tutte le loro istanze.

1 mar 2011

L'ossessione di Sven per le case

La lingua inglese, per esprimere il concetto "casa", utilizza due termini distinti. "house", per descrivere l'edificio, l'involucro che contiene l'ospite, e "home", termine astratto che indica invece l'insieme di affettività, di sentimenti, sensazioni, proiezioni dell'uomo nei confronti dello spazio in cui vive. L' endiadi esprime il concetto unitario di spazio che occupiamo e in qualche modo riempiamo ogni giorno di noi stessi. Per questo, a un certo punto, diventa impossibile scindere home e house da ciò che consideriamo casa: essa diventa un aspetto della nostra vita che ci rappresenta tanto quanto la nostra immagine. In altre parole, vivendo nell'edificio, insuffliamo in esso un'anima, la nostra.
Dev'essere stato questo che ha notato l'artista tedesco Sven Fennema, la prima volta che ha fotografato una casa abbandonata: se c'è un soffio vitale, allora dev'essere reso visibile.



















Sven Fennema, nato a Xanten (Germania) nel 1981, lavora nell'ambito della tecnologia delle comunicazioni, nel tempo libero si occupa di fotografia e ha una vera e propria fissa per i luoghi abbandonati. L'aspetto interessante che fa di lui un artista a pieno titolo è che, sposando l'inquadratura inusuale con il sapiente utilizzo delle luci e degli effetti digitali, le fotografie di Fennema appaiono  - per paradosso - artificiose, quasi dipinti su tela, ma è proprio questa caratteristica a renderle "living pictures", così come egli stesso ha intitolato il progetto: immagini viventi.


Gli spazi sono dilatati, i dettagli congelati nel tempo, eppure palpitanti; emergono, a seconda del punto di vista dell'artista, l'intimità dello spazio familiare o l'imponenza architettonica che crea soggezione in chi la osserva;


















Ogni immagine richiama un sentimento antico e al tempo stesso attuale: gli edifici ritratti seguono il gusto gotico proprio della sensibilità tedesca, sono abbandonati, ma sembrano essere stati lasciati da poco o popolati dai fantasmi di coloro che vi hanno vissuto. In questo sta il nucleo attrattivo dell'arte di Fennema: questi luoghi, pur essendo disabitati, non stanno sotto l'etichetta di house, ma di home.

All pictures © Sven Fennema

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