13 giu 2012

La Liguria di Christian Melfa


©C.Melfa - click to enlarge

Chi si occupa di arte - non mi stancherò mai di ripeterlo - deve possedere necessariamente un senso in più, soprattutto se si tratta di arti visive: una specie di “terzo occhio” con il quale cogliere aspetti che la gente comune non riesce a percepire. Disvelare il profondo significato che sta dietro un paesaggio, un volto, una scena quotidiana; squarciare il velo di Maya e offrire assaggi di qualcosa di più grande, questo è il compito ultimo dell’artista. Christian Melfa, genovese di nascita, questo lo sa bene.
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Interprete di una tendenza che vede tra i suoi seguaci il tedesco Sven Fennema, divenuto famoso per le sue “living  pictures” (“fotografie viventi”) di edifici abbandonati elaborate con mezzi digitali in postproduzione, Melfa è un  ritrattista di paesaggi fuori dal comune. Innamorato da sempre della riviera ligure, non si limita a immortalarla con scorci da cartolina: ne coglie l’anima, la vita che palpita nella roccia. Gli effetti digitali applicati alle fotografie non appesantiscono l’immagine, né tradiscono la fedeltà al panorama; al contrario, lo arricchiscono di un’atmosfera a volte decadentista, spesso sovrannaturale. 
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Ed ecco che uno scoglio affacciato sul mare carica il sublime di cui parlavano gli artisti romantici di un elemento in più, quasi alieno in certi scatti, ma non estraneo all’occhio umano. Una panchina abbandonata diviene, attraverso la lente di Melfa, simbolo di una solitudine umana profonda, un blues cantato sottovoce da luci e ombre, così come il mare di Genova, al contrario, sembra prendere vita sotto un sole mai stato così luminoso. I grattacieli si piegano verso l’uomo, e lo accompagnano, imponenti ma rassicuranti. Noi tutti siamo protagonisti dei suoi scatti, perché lo è il posto in cui viviamo. 



Sito Ufficiale: http://christianmelfa.daportfolio.com


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