AnOther MAGAZINE

Quello che ti piace, con l'aspetto che ti piace

TASTE OF RUNWAY

Moda e cucina, un piatto unico

TALENT T-SHIRTS - THE ART CHANCE CONTEST

un concorso che premia i talenti artistici e grafici del Sud del Mondo che non possono accedere alla rete

FADA'

Il Cappellaio Matto esiste, ed è tra noi

CLAUDIA TOLONI

La fotografia delicata dei nostri ricordi

VALENTINA SCOCCA

L'occhio interiore di un'artista

19 lug 2012

Tutti pazzi questi VIPS!

Sempre più spesso mi trovo a sfogliare le riviste con un punto interrogativo sopra la testa: ma un personaggio è famoso perché è pazzo, o diventa pazzo quando acquista fama? No perché sembra proprio che la gente normale sia in estinzione (e purtroppo anche tra gli sconosciuti). Qualche esempio? Pochi ma buoni:

TOM CRUISE: Vabbè, con lui è facile, come sparare sulla croce rossa. È troppo basso e non sopporta che le sue donne indossino i tacchi (però mica ci esci con la Littizzetto, eh Tom? Tutte stangone da paura, vedi la Kidman, che ancora mi chiedo come abbia fatto a starci insieme così a lungo); quando ha annunciato il suo matrimonio con la Holmes si è messo a saltare sul divanetto dello studio televisivo, una delle sue peggiori interpretazioni, si vedeva lontano un miglio che non era spontaneo; la figlia di due anni, Suri, viene conciata dalla mamma come una prostituta olandese, comprensiva di tacco (TACCO SIGNORI, a una bambina di sei anni... ma dove sono i servizi sociali???), e lui alla stampa dice "i vestiti se li sceglie da sé, ha i suoi gusti" (ha anche sei anni, io a sei anni pensavo di essere la donna bionica, ma mia madre mica mi lanciava dalla finestra per darmi corda!). È una colonna di Scientology. E questo basterebbe per inserirlo nella lista "senza speranza".


LADY GAGA: io la chiamo "Lady Haha". All'inizio era divertente. L'album d'esordio non faceva per niente schifo, anzi. Poi ha cominciato a farsi gli autoscatti su twitter senza trucco (GERMANOTTA TI PREGO NON FARLO PIU'!), ad andare in giro con le tazzine da tè di porcellana (pare le ricordino il tea time con la nonna, pare) e a coprirsi di bistecche, e mi ha ricordato quegli pseudoartisti in carriera convinti, che ancora pensano che urlare con addosso una maschera antigas basti a convincere tutti che si sta facendo "arte" e non demagogia. 
L'originalità, proprio. È la copia cessa di Miss Ciccone (vedi chiusa).


LAPO ELKANN: ho pensato, "ce lo metto, tra i vips? Ce lo metto con Tom Cruise e Lady Gaga?".  Poi ho riguardato il video qui sotto. E mi son detta, "ma sì, dài, il post è sui pazzi, mica su quelli bravi".



pics by ©Stefania Orlando | blog.stefaniaorlando.it
Stesso dilemma per STEFANIA ORLANDO, ma poi ho trovato il suo BLOG : tra un post dove si crede Eva Kant, uno dove si trucca da scarabeo e uno dove consiglia il TUPPERSEX, proprio avevo solo l'imbarazzo della scelta. Propongo di cambiare titolo al sito e provare con "L' Orlando Furiosa", più fedele all'originale ma anche molto più appropriato.


Lourdes Leon
Insomma, alla fine diciamolo, quella che aveva fatto più parlare di sé, più a lungo, e sempre per motivi diversi è una sola, la vera Dea, la Star e Regina incontrastata del gossip: MADONNA. Ma non la metto in questa lista, perché secondo me lei sì che è una vera manager di sé stessa. Tutto quello che Madonna ha fatto da quando è diventata Madonna è assolutamente programmato a tavolino, creato ad hoc per suscitare clamore, per la carriera. Posare nuda, toccarsi in tour, baciare Britney, girare video scandalo: tutto nei piani. La vera Miss Ciccone è una macchina da lavoro, una che - parole della regista Susan Seidelman, director di "Cercasi Susan disperatamente" - prima di andare sul set si faceva dieci vasche in piscina, con sveglia alle quattro del mattino, ogni giorno. Ha giocato con il nome della figlia, che ha chiamato Maria Lourdes ma per tutti è Lola. Eppure mai l'abbiamo vista giocare con la sua immagine o con la sua educazione. Lourdes Leon è una ragazza semplice, pur essendo forse la più ricca d'america. Ha una sua collezione di abiti, ma non sfrutta la propria immagine pur essendo la copia di sua madre, come testimonial  della linea non c'è lei ma Georgia Jagger. Fino ai tredici anni mamma Maddy l'ha mandata in giro con le sopracciglia di Bergomi e i baffetti (la foto mi è testimone!), esattamente come una qualunque altra tredicenne (ehm, ok, negli anni '80 lo ammetto), altro che beauty baby farm a cinque anni.

A volte c'è chi ci è, a volte c'è chi ci fa. Nel dubbio, Strike a pose.

7 lug 2012

... E sotto l'ombrellone?


Tempo di mare, di vacanze, di ferie (per chi le ha...). E dilemmi. Che mi porto sotto l'ombrellone?
Quali libri vale la pena di leggere rilassandosi nel frescolino del vento di mare o nella quiete di campagna e di montagna?

Ecco qualche mio personale consiglio di lettura da cui potete prendere spunto:

1) QUATTRO GIORNI BIANCHI, di STEFANO ROVATTI:
"Tre criminali evasi dal carcere si insediano nella casa di una tranquilla famiglia borghese e, in attesa del denaro per completare la fuga, manipolano le abitudini degli ostaggi, intrappolandoli in un abisso di sangue e follia. Accompagnata da uno scavo introspettivo che non si ferma neppure davanti alle verità più dolorose e inconfessabili, si delinea la lenta agonia di un gruppo di personaggi non più in grado di essere padroni di sé stessi. Ispirato ad una storia vera, ma riletto nella più amara tradizione del noir, Quattro giorni bianchi si trasforma nella cruda radiografia di un universo oscuro, squassato da torbide intuizioni che, attraverso il sistematico esercizio della violenza, intesa come sfida ad ogni limite, si moltiplicano, si deformano e si mescolano, fino all’annientamento del più elementare senso di giustizia, dentro una coscienza senza sogni e senza redenzione."

2) 50 SFUMATURE DI GRIGIO, di E.L. JAMES
"Quando Anastasia Steele, graziosa e ingenua studentessa americana di ventun anni incontra Christian Grey, giovane imprenditore miliardario, si accorge di essere attratta irresistibilmente da quest'uomo bellissimo e misterioso. Convinta però che il loro incontro non avrà mai un futuro, prova in tutti i modi a smettere di pensarci, fino al giorno in cui Grey non compare improvvisamente nel negozio dove lei lavora e la invita a uscire con lui. Anastasia capisce di volere quest'uomo a tutti i costi. Anche lui è incapace di resisterle e deve ammettere con sé stesso di desiderarla, ma alle sue condizioni. Travolta dalla passione, presto Anastasia scoprirà che Grey è un uomo tormentato dai suoi demoni e consumato dall'ossessivo bisogno di controllo, ma soprattutto ha gusti erotici decisamente singolari e predilige pratiche sessuali insospettabili..." Il libro è un po' ripetitivo e scritto non proprio benissimo, la storia però scorre bene e "acchiappa", specie sulla sabbia rovente.

3) 101 MODI PER FAR SOFFRIRE GLI UOMINI, di DANIELA FARNESE
Qui mi soffermo in modo più personale: Daniela Farnese, aka "La Dottoressa Dania", è un'istituzione e io la seguo su tutti i suoi canali, blog, giornali, social; Una donna di un umorismo pungente e sagace, una penna che sa anche essere delicata e profonda. La adoro. Questo suo primo libro, che fa parte di una collana di Newton dal titolo "101 modi per..." è un vademecum nato per tutte coloro che soffrono per amore. L'intento però non è quello di mettere femmine contro maschi, ma trovare il modo di ridere sulle sofferenze che l'amore comporta, e magari trovare pure un bel metodo per farla pagare al furbetto di turno, che non manca mai... dalla sinossi:
"Le donne troppo spesso dimenticano che il maschio è un animale imperfetto e che, anche quando è innamorato, tradisce, ferisce e ha sempre qualcosa da farsi perdonare. Qualsiasi donna ricorda, nel suo passato sentimentale, almeno una ferita da parte di un uomo e avrà desiderato, anche solo per pochi attimi, di ricambiare il favore..." Prefazione di Luca Bizzarri.

4) LA DISTANZA NECESSARIA, di EMILIA MARASCO
Anche qui va fatta una premessa che "sento" di fare. Conosco Emilia, ed è una donna profondamente colta, e trovo abbia uno stile meraviglioso, poetico, alto. Il piacere che dà la lettura di certe immagini e descrizioni in questo libro è pari solo a quello che può dare una grande penna. Dalla sinossi:
"Stregata dalla magia di un quadro di Andrew Wyeth ("Christina's world", oggi al MoMA), la protagonista Mara, inquieta giornalista di cronaca nera, parte dall'Italia alla volta di Pennsylvania e Maine per scoprire la realtà che si nasconde dietro alla misteriosa e celebre figura del dipinto. Troverà il "mondo di Christina", sé stessa, ma soprattutto la distanza necessaria per guardare le cose. Per capirle."


Buona estate, e soprattutto buona lettura!

1 lug 2012

Il caso Chico Forti: la condanna di un innocente

Enrico Forti
Da qualche tempo in rete circola una vicenda della quale poco si conosce, ma che meriterebbe un'attenzione particolare in quanto coinvolge un nostro connazionale, Enrico Forti detto "Chico" (nella foto), rimasto incastrato in una vicenda che pare uscita da una sceneggiatura di Lynch, da quanto si dimostra surreale.

In breve (e vi lascerò al video dell'intervista alla nota criminologa Roberta Bruzzone per i dettagli), Chico dopo avere vinto una certa e significativa somma a TeleMike, negli anni '90 va a vivere a Miami e lì si costruisce una carriera come giornalista e documentarista; un giorno si trova a condurre un'inchiesta sulla morte dello stilista Gianni Versace, assassinato nel 1997 - pare - dal suo ex amante tossicodipendente Andrew Cunanan;  nello stesso periodo si trasferisce nel complesso di Williams Island dove conosce il tedesco Thomas Knott, che - interessato agli utili che avrebbe potuto guadagnare dallo sfruttamento della situazione, gli presenta un uomo influente, Matthias Ruhel, il quale gli dà l'opportunità di acquistare la "House Boat" dove Cunanan si sarebbe suicidato e che lui stesso aveva acquistato dopo l'omicidio Versace per pochi soldi dal proprietario, Tosten Reineck. Intanto Forti viene contattato anche da un ex investigatore della polizia di Miami, Gary Schiaffo, che gli promette del materiale scottante sulla vicenda, che Chico però otterrà solo in parte. Viene comunque realizzato il documentario, "Il sorriso della Medusa", in cui emerge il grave dubbio che Andrew non si sia suicidato, ma sia stato ucciso (come poi dimostreranno le foto del cadavere, mai consegnate a Forti) da una calibro 22 e trasportato solo in seguito sul luogo del crimine, la "House Boat" per l'appunto di proprietà di Reineck. Questo non piace alla polizia di Miami, in quanto viene a galla il sospetto che il caso sia stato insabbiato anche con la collaborazione delle forze dell'ordine, e - guarda caso - la House Boat di lì a poco subirà un "incidente" e verrà affondata dalla polizia con la scusa che potrebbe essere un pericolo per la navigazione nel canale. Ciò comporta la scomparsa della prospettiva di profitti che Knott, Ruhel e Reineck avrebbero dovuto trarre dallo sfruttamento della vicenda.
Nel frattempo Forti però continua a frequentare Thomas Knott, senza sapere che costui è un truffatore con un passato di un certo tipo in Germania. Questa amicizia gli costerà tutti i guai che sta scontando tutt'oggi e per i quali la criminologa forense Roberta Bruzzone si è mobilitata.
Thomas Knott mette Forti in contatto con Tony Pikes, un altro personaggio sopra le righe, aiutato a espatriare dall'Australia, dove aveva attiva un'accusa per truffa, proprio da Knott che gli procura i documenti falsi; questo tizio propone a Forti di acquistare un albergo a Ibiza, e iniziano delle trattative. L'accordo salta quando viene ritrovato morto il figlio di Pikes, Dale, australiano, il giorno dopo aver raggiunto il padre in America. Da qui il nucleo della vicenda: Pikes viene ritrovato in una zona nota per essere punto d'incontro per gay in cerca di avventure. Lo trovano nudo, forse violentato, con un sacco di indizi piazzati "ad hoc" che ne permettono subito il riconoscimento. Il ragazzo è stato ucciso da una calibro 22, che risulta essere intestata a Thomas Knott, ma pagata con la carta di credito di Forti: una strana situazione che viene spiegata dal commesso del negozio di armi, il quale conferma che la pistola è di proprietà di Knott e che lo stesso, privo del contante necessario all'acquisto, chiese a Forti di prestargli la carta di credito e di pagare al posto suo. Forti lo fa perché si fida di Knott senza sospettarne né il passato né le intenzioni. Viene fuori che uno dei due uomini avrebbe dovuto prelevare la vittima all'aeroporto. Questo porta entrambi all'accusa formale per l'omicidio di Dale Pikes. Si ipotizza che Dale potesse essere d'ostacolo alla compravendita dell'Hotel in quanto figlio del proprietario: entrambi vengono accusati anche di truffa e circonvenzione di incapace ai danni di Tony Pikes. 
Il punto è che, però, Tony Pikes stava tentando di vendere un Hotel che non possedeva, se non al 5%,  una percentuale che non gli avrebbe permesso certamente di venderlo a chicchessia. Quindi l'unico truffato si dimostra Forti, che viene prosciolto dalle accuse di truffa e circonvenzione d'incapace per le quali viene invece condannato a 15 anni Thomas Knott. Tali accuse erano la base del movente per l'omicidio: decadute le une, doveva decadere anche l'altra; ma questo non avviene e - inspiegabilmente - Forti mantiene l'accusa di omicidio di Dale Pikes e viene condannato da una giuria senza possibilità di revisione. Questo quando, ricordiamo, l'arma del delitto è registrata (ma non  verrà mai ritrovata, ovviamente) a nome di Knott, e Knott stesso è il collegamento tra gli omicidi Versace, Cunanan e Pikes.
Attualmente Chico sta scontando nel carcere di massima sicurezza di Miami una condanna all'ergastolo che gli è costata la perdita di tutto ciò che aveva: casa, soldi e soprattutto famiglia.

Roberta Bruzzone si sta occupando della revisione del processo: noi tutti possiamo diffondere la vicenda di Enrico per far sì che i capi di accusa vengano revisionati e che sia fatta finalmente giustizia in un caso fin troppo chiaro in cui i colpevoli la stanno passando liscia alle spalle di un innocente.



Seguite la ricostruzione in questo video:

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More